Napolitano, leader morale dell'Italia

Si chiude domani la visita di Giorgio Napolitano a Washington, durata tre giorni, con l'incontro alla Casa Bianca con Barack Obama. L'invito fu fatto dallo stesso Obama l'8 luglio 2009, quando prima di recarsi a L'Aquila per il G8, era stato a colloquio con il Presidente al Quirinale, che definì "uno straordinario gentiluomo, un grande leader di questo Paese, che gode di una grande reputazione anche per la sua integrità". Riguardo tale visita l'ex sottosegretario alla Difesa Richard Perle, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha detto che vi possono essere vari motivi, dal futuro del governo Berlusconi alla crisi dell'euro, che se non verrà sanata comporterà di certo dei problemi anche per l'economia americana. Il fatto che nel nostro Paese Napolitano gode di minor peso politico rispetto al premier non sembra preoccupare Obama che di certo non nasconde la propria stima per il primo leader comunista italiano che visitò l'America negli anni Ottanta. Sempre Perle ha affermato che l'amicizia tra Berlusconi e Bush non potrà ripetersi nello stesso modo con Obama, cosa che di certo non andrà a creare dei problemi all'alleanza tra gli Stati Uniti e l'Italia. Probabilmente Obama vuole essre infomato sulle prospettive politiche italiane, viste le ultime vicende politiche:dalla polemica Berlusconi-Fini, fino agli ultimi disegnio di legge che per la prima volta hanno fatto sì che gli Stati Uniti dessero un loro parere su decisioni politiche di un paese europeo. Ma questa visita di certo non casuale, avrà ovviamente una ripercussione sulle prossime elezioni congresssuali che si terranno a novembre; per le quali Perle ha detto che sono importanti le tre I:Israele, Italia e Irlanda, cioè gli elettorati di origine ebraica, italiana e irlandesa.