lunedì 17 maggio 2010

L'AMORE A DISTANZA

Amare non è semplice, significa impegno, rinunce, ma in cambio dona felicità e benessere. Ma nell'amore a distanza cosa è caratterizzante? Come ci si può innamorare e mantenere un rapporto a chilometri e chilometri di distanza? Una relazione che separa i due immanorati non è una "semplice" relazione, non si ha l'oportunità ogni giorno di vedere il proprio amato/a, nè si ha modo di guardarlo/a, sfiorarlo/a e averlo/a vicino/a. Così come si può resistere alla sofferenza, tanta sofferenza, che comporta questa separazione. Semplicemente l'intensità dell'amore, ciò che li accomuna li ha resi complici e forti, senza possibilità di scampo. Inutile opporre resistenza, quando c'è l'amore niente può fermare, nulla può impedire al pensiero di avvicinarsi all'altro/a, di sentirsi presenti e costantemente nei loro pensieri. L'impossibilità di vedersi non comporta la fine del rapporto, spesso la mancanza aumenta il desiderio e ciò porta alla crescita costante dell'amore, fino a che i partner non si ritrovano stretti l'un l'altro in una morsa di passione e sentimento dando dolore nel momento in cui si risepareranno. La separazione comunque ha qualche lato positivo, ad sempio la possibilità, per un soggetto che odia la costante vicinanza del partner e ama invece i propri spazi, di potersi organizzare come più piace e si desidera, permette di poter seguire i propri hobby senza mai sentirsi obbligati a rinuciare per "l'altro", così non è totalmente una relazione sofferente. Non importa quanto si è distanti, l'amore non ha limiti, non cercate di allontanalo, abbracciatelo poichè per un pò di sofferenza, dà tantissime emozioni, e anche se è la distanza a separare, non è la noia, ma qualcosa che non può intaccare il profondo sentimento che si prova. Sicuramente però l'avvicinarsi sarebbe la soluzione migliore per vivere una vita insieme.

commenti

2 Responses to "L'AMORE A DISTANZA"
Anonimo ha detto...
18 maggio 2010 alle ore 21:36

Non vorrei offendere anche perchè non conosco l'autrice dell'articolo, quindi mi limiterò al linguaggio del diplomatichese, sotto le cui righe si può intuire il mio pensiero.
L'articolo lo trovo un coacervo di luoghi comuni, banalità e frasi fatte. Non è che l'argomento non meriti attenzioni, ma trattato in questo modo, sempre secondo me, se ne banalizza enormemente i contenuti potenzialmente interessanti
(Gabriele)


Massimo Ripani ha detto...
21 maggio 2010 alle ore 18:48

A me sembra scritto piuttosto bene invece. In bocca al lupo raga'!


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