sabato 15 maggio 2010

DONNE:I PARIA DELLE RELIGIONI

Si è appena spenta l’eco delle polemiche suscitate dalla multa che la polizia municipale di Novara ha inflitto alla donna tunisina che, seguendo i dettami dell’Islam più integralista, indossava il burqa in un luogo pubblico. Gli italiani sono insorti dividendosi nell’accusare o il sindaco e la giunta che avevano approvato un’ordinanza che permette di multare persone che non mostrano il proprio viso, o chi impone alle donne un abbigliamento che le nasconde agli occhi del mondo.
Al momento l’unico effetto pratico derivato da tutto ciò è che un’altra donna rimarrà sepolta viva nella sua casa, prigioniera di un’interpretazione integralista dell’Islam.
Ma noi “occidentali evoluti” che abbiamo gridato allo scandalo siamo in grado di analizzare obbiettivamente la condizione in cui viene relegata la donna da qualsiasi religione?
Il nostro cattolicesimo, scritto dagli uomini per gli uomini, fino a poco tempo fa chiedeva alle donne di velarsi il capo prima di entrare in chiesa. Non c’è bisogno di risalire a S. Paolo che dice :
“l’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo (…)Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza…” 1° lettera ai Corinzi 11-7.
“Come in tutte le chiese dei santi, le donne nelle assemblee tacciano, non si permetta loro di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge” 1° lett. Ai corinzi 14-34.
Per osservare che fra Papa, Cardinali, Vescovi e Sacerdoti l’unico ruolo concesso alla donna è quello di suora, una vita dedicata alla preghiera e all’assistenza, senza nessuna possibilità di far parte di una gerarchia ecclesiastica. Ripetere il rito del Miracolo dell’Eucaristia, effettuare le confessioni, insomma il vero rapporto con il fedele è dominio esclusivo dell’uomo.
Che dire dell’Ebraismo, gli Isdraeliani fin dalla nascita del loro giovane Stato, hanno aperto ogni strada alle loro donne, nell’era moderna sono state le prime a far parte dei reparti operativi dei loro eserciti, ma per quanto riguarda la religione no, non risulta che fra i Rabbini ci sia qualche donna.
L’Islam integralista, come ben sappiamo, non riserva alla donna un gran ruolo nella società, essa resta proprietà dell’uomo passando dal padre al marito, possiamo quindi immaginare come sia lontano dai loro pensieri la possibilità che una donna possa accedere al ruolo di Muezzin o di Imam.
Persino tra i moderati e pacifisti Buddhisti non si contempla che l’Illuminato possa essere una donna, alla morte del Dalai Lama il suo successore viene cercato fra tutti i bambini di sesso maschile.
Solo fra i Protestanti abbiamo qualche rarissima donna Pastore, ma francamente questi rari casi non danno speranza di una vera convinzione di parità.
Al termine di questo breve e senz’altro incompleto (chiedo scusa per eventuali e involontarie imprecisioni) schizzo delle maggiori religioni monoteiste il quadro non è certamente positivo.
Partendo dalla convinzione che, per quanto illuminati da luce divina, sono stati gli uomini a scrivere le regole io mi chiedo quale caratteristica fisica o mentale delle donne abbia fatto si che venissero considerate dai Padri delle religioni “ i paria delle religioni”.
Maria Luisa Casamassima

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