ROMA - Questione di tempo e presto sapremo se l'ultima mossa del cofondatore del Pdl porterà alla sua morte (politica) o alla sua resurrezione. L'attuale conformazione del Partito che ha contribuito a fondare non va più a genio al Presidente della Camera, è questo era noto, ma ora l'ex leader di An ha deciso di fare il passo decisivo, creare gruppi parlamentare autonomi. Da tempo i "finiani" hanno iniziato a smarcarsi dalle posizioni assunte da Berlusconi convinti che ciò, oltre a rispondere alle proprie coscienze, avrebbe dato risultati positivi in termini elettorali se non fosse stato per l'esito delle ultime elezioni regionali che hanno, invece, confermato l'attuale linea del Partito. La goccia che ha fatto traboccare il vaso la si deve alla personale attività del Ministro della semplificazione normativa Calderoli che ha presentato al Cdm ed al Capo dello Stato una bozza di riforma istituzionale senza aver consultato il Partito ma soprattutto l'ex leader di An. Aggiungasi a ciò un duro confronto faccia a faccia con il Cavaliere in cui Fini ha esposto in maniera cruda le proprie richieste tra cui la rimozione di alcuni ministri inizialmente rientranti nella quota ex An (un terzo delle nomine) che a detta del Presidente della Camera sarebbero stati "comprati". Tuttavia Italo Bocchino ci tiene a precisare: "non è una questione di poltrone ma una questione politica".
Una questione delicata che Letta, Alemanno e lo stesso Berlusconi stanno cercando di risolvere per evitare il rischio di nuove elezioni come paventato dal Presidente del Senato, anche se una tale eventualità gioverebbe al Cavaliere ma soprattutto alla Lega, il nuovo fedele alleato del Pdl verso cui Fini mostra sempre maggiore insofferenza a causa di un nuovo equilibrio dell'alleanza sempre più vicina alle istanze del popolo padano.
Siamo giunti alla resa dei conti. Nemmeno Berlusconi ha più intenzione di mediare ed ha inviato un ultimatum all'alleato: dentro o fuori! Un gioco di poteri che vedrà Fini uscire dalla posizione di isolamento in cui si trova se riuscirà a raggruppare una quarantina circa di parlamentari (necessari per garantire la maggioranza al partito, sufficiente per garantirgli nuovamente voce in capitolo) oppure, in caso contrario, lo vedrà scomparire definitivamente dalla scena politica a fine legislatura perchè difficilmente Berlusconi accetterà un simile pericolo interno. Sembra una partita a scacchi in cui il Cavaliere parte avvantaggiato sebbene l'esito sia ancora incerto; la posta in palio è troppo grande per ammettere errori che Fini non può assolutamente permettersi.
Luca Vitale
