"Ho bisogno di 150 mila euro. So che si può vivere anche senza un rene, una parte di fegato o senza un polmone: sono disposto a farlo!" E' questo il drammatico epilogo a cui è costretto ad arrivare un giovane imprenditore barese per far ricominciare a girare la sua attività senza lasciar conti in sospeso. E questo purtroppo non è un caso isolato ma una fotografia di come molte piccole e medie imprese nel nostro paese vengano lasciate all'abbandono; attenzione però, perchè sono proprio tali imprese, che costituiscono il 90% dell'imprenditoria, a "mandare avanti" il nostro paese; questo vuol dire che nella macchina governativa qualcosa non ha mai funzionato bene e tutt'ora qualcosa non funziona se ci troviamo davanti a storie come questa. Per l'imprenditore barese la vita era serena, aveva un'impresa artigiana messa in piedi da solo dopo aver imparato il mestiere dalla sua famiglia; come accadeva molti anni fa quando il padre tramandava le conoscenze del mestiere ai propri figli e come accade ancora tutt'oggi; tutto pareva procedere come in un sogno per l'imprenditore, che oggi invece si trova a fare i conti con la crisi per salvare la sua azienda e proprio per questo ha deciso di vendere un organo del proprio corpo a chi gli farà l'offerta migliore. "So che è illegale - racconta - ma per dare da mangiare alla mia famiglia e a quelle dei miei operai sono disposto a tutto. A volte torno a casa senza un euro per comprare il latte a mio figlio: non riesco più a dormirgli accanto". Queste purtroppo sono le parole di una persona a cui è stata tolta la dignità, e a cui viene tolto il diritto e la passione del proprio lavoro; senza dimenticare tutte quelle famiglie cui una piccola o media impresa, per fallimento, è costretta a lasciare in mezzo ad una strada. E' un "ragazzo" di 31 anni la persona di cui stiamo parlando, è un operaio in mezzo agli operai come molti titolari di piccole imprese, e come molti di loro condivide con i suoi operai sogni, per un improbabile futuro, e paure per un amaro presente purtroppo. "Per questo - racconta ancora - a loro non ho mai chiesto nessun sacrificio. Piuttosto tampono i debiti rimandando il pagamento dell'affitto o di qualche fornitore". Il problema è che gli ordini sono sempre meno e tardano ad arrivare, ed i creditori si affrettano a riscuotere e le banche chiudono i rubinetti di ogni forma di credito. Già perchè se fai un errore le banche ti considerano "morto". Ora il giovane imprenditore è riuscito a quantificare la cifra di cui di cui avrebbe bisogno per far ripartire l'attività ed è deciso, per ottenerla, a vendere un organo. A chi gli fa la domanda per chiedergli se abbia voglia di lanciare un appello al sindaco di Bari, o al presidente della regione, Vendola; lui risponde affranto e sconcertato che non servirebbe dato che in Puglia ci sono molti imprenditori nelle sue medesime condizioni e che secondo lui le istituzioni non potrebbero mai dare una mano a tutti. Eccola, la fotografia di cui parlavo prima, le condizioni in cui i governi hanno lasciato la macchina produttiva italiana, poi ci si meraviglia quando si sente che le piccole aziende si appoggiano alla mafia per avere credito, per non morire, essendo poi costrette a restituire il danaro con degli interessi da usura costringendo quindi, lo stesso, l'impresa alla morte perchè presto tali tassi di interesse si riveleranno difficili o impossibili da pagare. Il giovane barese racconta inoltre di aver visto in rete che molti vendono un rene anche a 300 mila euro. Già, perché c'è gente ricca o comunque benestante che ha bisogno, e lui asserisce di essere disposto ad aiutarli in cambio del loro aiuto. E se, ancora, gli venga chiesto se questa è l'ultima cosa che gli rimane da fare, lui risponde NO ma è la penultima, l'ultima il gesto estremo non se l'è ancora sentita di farlo per non lasciare soli i suoi bambini. Ecco cosa dobbiamo ascotare, una "ragazzo" di 31 anni che pensa al suicidio perchè la sua impresa sta fallendo per colpa di una politica, diciamolo pure, che a tutto pensa meno che al bene dei suoi cittadini. Ma si rimpizantevi pure le tasche, pensate a fare lo show nei salotti televisivi, pensate a predervi a parole l'un l'altro per le magagne fatte e insabbiate di cui pensiate che nessuno sia a conoscenza... intanto il paese cade nel baratro! Bada bene politico, l'italiano non è più stupido, ingenuo e disinformato... con la politica e le chiacchiere non si riempie la pancia di nessuno; restituite la dignità alle famiglie, ai lavoratori che mandano avanti questo paese, quelli che pagano le tasse per capirci, mettetci in condizione di poter condurre una vita serena in cui una volta ogni tanto ci si puo permettere il "lusso" di cedere ad una tentazione. Vorrei soltanto che provasse qualcuno di voi, policanti, a vivere con un stipendio che rasenta le 1000 euro, quando va bene, e con questo mantenerci una famiglia, pagarci le tasse e un affitto, nella maggior parte dei casi e provvedere a tutte le spese varie che ognuno di noi ha ogni giorno. Provate... poi ne riparliamo! Facile chiacchierare da una poltrona con gli stipendi che "vi date" e tutte le varie esenzioni cui "avete diritto" perchè personaggi politici... raccogliete le idee e pensate, ma pensate bene perchè questo non è il modo gestire un paese!
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