Sono di ieri i dati provenienti dal rapporto dell'Ocse sul salario medio di un singolo senza carichi di famiglia. I risultati, calcolati in dollari e a parità di potere d'acquisto, ci mostrano che i salari netti italiani sono nettamente inferiori rispetto alla media dei trenta paesi appartenenti all'organizzazione. L'italia si colloca al ventitreesimo posto dietro paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, ma ciò che colpisce di più è che siamo dietro a paesi in chiare difficoltà economiche come Spagna, Irlanda e Grecia. I dati, riferiti al 2009, ci indicano che il salario annuale netto medio di un lavoratore italiano è di 22.027 dollari, contro i 26.395 della media Ocse, i 28.454 dell'Ue a 15 e i 25.253 della Ue a 19. Se si considera invece la classifica del salario medio di un lavoratore unico a percepire reddito e con coniuge e due figli a carico, il reddito netto degli italiani sale a 26.470 dollari, ma la ventitreesima posizione non cambia.
Dati preoccupanti, che dovrebbero riempire le scalette dei telegiornali e soprattutto allarmare la Politica italiana. Ma la storiella del va tutto bene che ci ripetono dall'inizio della Crisi (non tutti ad essere onesti, ma la maggioranza dei non tutti appartiene anche alla maggioranza dei non ascoltati) prosegue nella sua diffusione, così come continua quello strano confrontare il paese con chi sta peggio di noi (pochi) e non con chi sta meglio di noi (molti). Porge degli interrogativi l'intervista fatta dal programma Ballarò ad un cittadino greco studente a Roma ieri sera, il quale con un espressione tra il sarcastico e il preoccupato faceva notare che l'Italia di oggi gli ricorda molto la Grecia di qualche anno fà. Un presagio? Un monito? Una battuta? Ad ognuno il suo pensiero. I dati parlano chiaro: a fronte di un rapporto deficit/Pil che si attesterà al 5,2% (inferiore alla media Ue che risulterà al 6,8%), c'è una disoccupazione in aumento, un debito pubblico che non accenna a sgonfiarsi e salari nettamente inferiori alla media Ocse.
A quanti di voi non è salita una certa dose di amarezza nell'apprendere della notizia del Parlamento vuoto in occasione del discorso del Ministro Tremonti sulla crisi Greca che potrebbe diffondersi a causa di un effetto domino ad altri paesi europei, Italia compresa? Erano presenti 60 deputati su 630 ovvero meno di un decimo del numero istituzionale previsto, che lascia pochi dubbi sul fatto che sono altre le priorità della Politica italiana. Quali? Aumentarsi gli stipendi, difendersi tutti insieme appassionatamente dalla Magistratura, Lodo Alfano ed affini, Social Card da 20 euro al mese, discutere sulla lunghezza delle coda del cane, eco-incentivi con fondi più che limitati, passaggio ad una forma di pseudo-presidenzialismo, privatizzare l'acqua (prossimamente anche l'aria) e una indefinibile legge sulle intercettazioni il cui obiettivo è palese, dispiace solo per Scajola che purtroppo non ne ha potuto usufruire e che a causa di uno "strumento illiberale [cit.]" è stato costretto a dimettersi, "poverino".
Qualcosa per il popolo che li elegge no? Non si pretende molto. Che badassero anche ad i loro interessi personali, ma che gli interessi dei cittadini non passino mai in secondo piano.
mercoledì 12 maggio 2010
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A.A.A. CERCASI PARLAMENTO
Pubblicato da Matteo Feliciani on mercoledì, maggio 12, 2010 · 0 commenti
Sono di ieri i dati provenienti dal rapporto dell'Ocse sul salario medio di un singolo senza carichi di famiglia. I risultati, calcolati in dollari e a parità di potere d'acquisto, ci mostrano che i salari netti italiani sono nettamente inferiori rispetto alla media dei trenta paesi appartenenti all'organizzazione. L'italia si colloca al ventitreesimo posto dietro paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, ma ciò che colpisce di più è che siamo dietro a paesi in chiare difficoltà economiche come Spagna, Irlanda e Grecia. I dati, riferiti al 2009, ci indicano che il salario annuale netto medio di un lavoratore italiano è di 22.027 dollari, contro i 26.395 della media Ocse, i 28.454 dell'Ue a 15 e i 25.253 della Ue a 19. Se si considera invece la classifica del salario medio di un lavoratore unico a percepire reddito e con coniuge e due figli a carico, il reddito netto degli italiani sale a 26.470 dollari, ma la ventitreesima posizione non cambia.
Dati preoccupanti, che dovrebbero riempire le scalette dei telegiornali e soprattutto allarmare la Politica italiana. Ma la storiella del va tutto bene che ci ripetono dall'inizio della Crisi (non tutti ad essere onesti, ma la maggioranza dei non tutti appartiene anche alla maggioranza dei non ascoltati) prosegue nella sua diffusione, così come continua quello strano confrontare il paese con chi sta peggio di noi (pochi) e non con chi sta meglio di noi (molti). Porge degli interrogativi l'intervista fatta dal programma Ballarò ad un cittadino greco studente a Roma ieri sera, il quale con un espressione tra il sarcastico e il preoccupato faceva notare che l'Italia di oggi gli ricorda molto la Grecia di qualche anno fà. Un presagio? Un monito? Una battuta? Ad ognuno il suo pensiero. I dati parlano chiaro: a fronte di un rapporto deficit/Pil che si attesterà al 5,2% (inferiore alla media Ue che risulterà al 6,8%), c'è una disoccupazione in aumento, un debito pubblico che non accenna a sgonfiarsi e salari nettamente inferiori alla media Ocse.
A quanti di voi non è salita una certa dose di amarezza nell'apprendere della notizia del Parlamento vuoto in occasione del discorso del Ministro Tremonti sulla crisi Greca che potrebbe diffondersi a causa di un effetto domino ad altri paesi europei, Italia compresa? Erano presenti 60 deputati su 630 ovvero meno di un decimo del numero istituzionale previsto, che lascia pochi dubbi sul fatto che sono altre le priorità della Politica italiana. Quali? Aumentarsi gli stipendi, difendersi tutti insieme appassionatamente dalla Magistratura, Lodo Alfano ed affini, Social Card da 20 euro al mese, discutere sulla lunghezza delle coda del cane, eco-incentivi con fondi più che limitati, passaggio ad una forma di pseudo-presidenzialismo, privatizzare l'acqua (prossimamente anche l'aria) e una indefinibile legge sulle intercettazioni il cui obiettivo è palese, dispiace solo per Scajola che purtroppo non ne ha potuto usufruire e che a causa di uno "strumento illiberale [cit.]" è stato costretto a dimettersi, "poverino".
Qualcosa per il popolo che li elegge no? Non si pretende molto. Che badassero anche ad i loro interessi personali, ma che gli interessi dei cittadini non passino mai in secondo piano.
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