giovedì 27 maggio 2010

Generazione bamboccioni

"Chi non lavora, non fa l'amore", Così cantava Adriano Celentano nel 1970 riferendosi agli scioperi ordinari e alle contestazioni giovanili che affliggevano l'Italia nel periodo degli "anni di piombo". Se fosse vero però, In Italia ci sarebbe una generazione "vergine". Secondo un rapporto Istat, infatti, i disoccupati del bel paese sono più di due milioni. Ad allarmare però è un altro dato: I 30-34enni che rimangono in famiglia sono quasi triplicati dal 1983 (dall'11,8% al 28,9% del 2009). Rilevante è anche la crescita dei 25-29enni, dal 34,5% al 59,2%. Nel complesso, i celibi e le nubili fra i 18 e 34 anni che vivono con i genitori sono passati dal 49% al 58,6%. L' Istat nel rapporto annuale afferma che dal 2003 sono calati di ben nove punti i giovani dai 18 ai 34 anni che per scelta vogliono vivere nella casa dei genitori. La prolungata convivenza con i genitori è diventata obbligata da questioni economiche (40,2%) o da motivi di studio (34%) e non più da decisioni autonome (31,4%). Sempre secondo il rapporto Istat inoltre, l'Italia ha il più alto numero di giovani che non lavorano e non studiano. In gergo si chiamano neet (non in education, employment or training) e nel nostro paese sono più di 2 milioni. Fra i Neet si trovano anche laureati (21% della classe di età) e diplomati (20,2%). Spirito d'Iniziativa, estro, fantasia, creatività, coraggio: in questa Italia c'è bisogno di aria nuova; scommettere sui giovani non è tempo perso e vedrete che prima o poi "in ogni casa entrerà l'amore".

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