DOMICILIARI PER EMANUELE E STEFANO, IN CARCERE PER ERRORE

Emanuele De Gregorio e Stefano Carnesale, diciannovenni di Gessopalena(CH), vengono arrestati la sera del 5 Maggio 2010 al termine della finale di Coppa Italia tra Inter e Roma. L'accusa per i due giovani è : resistenza a pubblico ufficiale e lancio di oggetti durante una manifestazione sportiva. I carabinieri, al termine della partita e successivamente agli scontri avvenuti tra ultrà delle rispettive squadre, hanno fermato i due ragazzi scambiandoli per ultrà della Roma. I giovani, infatti, portavano una maglietta rossa e in mano avevano un'asta di una bandiera. In realtà però Emanuele e Stefano non c'entrano nulla con tutta questa storia, ma si sono trovati nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Questo è quello che sostengono i loro avvocati, i quali spiegano che i due ragazzi prima di tutto sono tifosi juventini e si trovavano lì solo perchè appassionati di calcio, ma soprattutto l'asta che portavano in mano serviva ai due per attaccare su di essa una bandiera dell'Italia in vista dei mondiali di calcio 2010. I carabinieri, invece, hanno pensato che quell'asta fosse stata utilizzata dai giovani per contribuire ai tafferugli verificatisi successivamente alla partita; e così Emanuele e Stefano sono finiti nei guai. Vengono portati la sera stessa nel carcere di Regina Coeli e rimangono lì fino a pochi giorni fa. Infatti il 14 Maggio 2010, il gip di Roma, Aldo Morgigni, ha disposto gli arresti domiciliari per Emanuele e Stefano. Le famiglie tutt'ora sconvolte, in una conferenza stampa tenuta il giorno stesso della scarcerazione, dichiarano che i due ragazzi sono innocenti e l'unica "colpa" che possono avere è quella di amare, come tanti giovani italiani, il gioco del calcio.