sabato 15 maggio 2010

Davide contro Golia

Tutto ha inizio una sera del Maggio 2006. Una donna trentasettennne di Tortoreto, in provincia di Teramo, dopo un rapporto sessuale con il proprio partner nota che all'uomo si è rotto il preservativo. Accortasi dell'inconveniente, la coppia decide di ricorrere alla pillola del giorno dopo per bloccare un'eventuale gravidanza non desiderata, ma non aveva fatto i conti con le obiezioni di coscienza dei medici, che spesso e volentieri sono restii a prescrivere la pillola, nonostante essa non sia abortiva. Così la donna si reca per prima cosa alla guardia medica di Tortoreto, ma qui le viene risposto seccamente che non potevano prescriverle l'anticoncezionale. Visto il rifiuto, il giorno dopo tenta la strada del pronto soccorso dell'Ospedale di Giulianova, che dopo una breve visita, le consiglia il reparto di ginecologia, ma anche qui viene rispedita a casa senza pillola. Solo dopo alcuni giorni riesce ad ottenere la prescrizione da un ginecologo, ma essendo passate ormai le 72 ore, l'anticoncezionale non ha efficacia. La donna passa un mese di ansie e timori, fino a quando non scopre che tutte le sue paure erano fondate: è rimasta incinta. Nonostante tutto decide di tenere il bambino, ma le sorprese non sono finite. Infatti la neo-mamma scopre che l'uomo con cui ha concepito il pargolo, non ha la minima intenzione di riconoscerlo, negandole così alcun sostegno morale ed economico. Decide così di chiedere un maxi-risarcimento danni alla Asl che le ha negato la pillola del giorno dopo. "Il ritardo con cui la sanità pubblica le ha prestato soccorso per interrompere la gravidanza prima della formazione del feto" - si legge nella denuncia presentata dalla donna - "è stato deleterio, provocando così un danno morale, biologico, esistenziale, patrimoniale e alla vita di relazione". Si arriva così al 13 maggio 2010, dove il caso approda finalmente in Tribunale. Nella causa civile avviata contro la Asl, la donna decide di citare anche il Padre del bambino, reo di non aver riconosciuto il piccolo nato da quel rapporto sessuale. La trentesettenne di Tortoreto, rappresentata dall'avvocato Felice Franchi, chiede che l’Asl le paghi un risarcimento danni di mezzo milione di euro; da parte sua la Asl, rappresentata dall'avvocato Bruno Massuci, risponde che in ospedale la pillola non è stata data perchè la donna ha rifiutato di sottoporsi a visita medica, così come invece stabilito dal protocollo che regola la distribuzione della pillola del giorno dopo. Tra qualche giorno il giudice Giampiero Fiore si pronuncierà sulla sua decisione di ammissione delle prove chieste dalle parti.
Alla donna, ennesima vittima di un sistema bigotto e conservatore quando si tratta di temi vicini ai principi Cattolici, il mio personale sostegno.

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