mercoledì 28 aprile 2010

STUPRATA PER AMORE

"La gelosia è il più grande di tutti i mali e quello che ispira meno pietà alle persone che lo provocano" (François de La Rochefoucauld). Questo è quello che è successo ad un carabiniere di Chieti, 55 anni sposato con figli, quando ha abusato della sua ex amante la notte del 6 Marzo 2010. L'uomo sconvolto dalla decisione della donna di troncare la loro relazione clandestina che durava ormai da anni, e preso dalla gelosia e dalla rabbia, decise di entrare in casa della giovane ed abusare di lei. La donna, una ventottenne figlia di un'infermiera di Chieti, fece entrare in casa l'ex compagno sicura che l'uomo volesse prendere soltanto alcuni oggetti personali, ma si trovò ben presto nelle mani del suo "carnefice". Il carabiniere tentò da prima delle avances nei confronti della vittima, la quale intimorita acconsentì in un primo momento alle provocazioni dell'ex, poi però reagì e cominciò a respingere l'uomo con violenza. Nasce una colluttazione tra i due che si conclude con lo stupro della donna. L'uomo, preso dal panico e dalla paura che qualcuno avesse potuto sentire le urla della ragazza decide di fuggire. La donna che ha riportato diverse ferite e ovviamente un forte shock decide coraggiosamente di rivolgersi alla polizia e denunciare la violenza subita. La pm Lucia Anna Campo, sentita la presunta vittima, la quale racconta per filo e per segno quello che aveva dichiarato quella notte ai poliziotti, inscrive il carabiniere tra gli indagati per la violenza sessuale. Sulla vicenda c'è la consegna del silenzio, ma la notizia si diffonde egualmente e il carabiniere viene trasferito da Chieti, luogo dove prestava servizio e residenza della vittima, a Pescara. Sull'accaduto sono ancora in corso le indagini.
Questa è una delle tante storie che raccontano di donne che hanno subito le violenze più atroci da parte di mariti, ex compagni, amici e conoscenti. Secondo uno studio ISTAT del 2004 circa 520 mila donne, tra i 14 e i 59 anni, hanno dichiarato di aver subito almeno una violenza sessuale tentata o consumata, da parte di amici, compagni, mariti, ex fidanzati. Infatti la maggior parte delle violenze sessuali avviene ad opera di conoscenti: il 23,5% da parte di amici, il 15,3% da parte di colleghi e datori di lavoro. Le violenze sessuali subite da parte di coniugi, ex coniugi o conviventi rappresentano il 5,3% del totale; quelle da parte di estranei sono il 18,3%; quelle da parte di conoscenti occasionali il 14,2%. Il dato più sconvolgente però è che soltanto il 7,4% delle donne che dichiara di aver subito una violenza tentata o consumata nel corso della vita afferma di aver denunciato il fatto. Tra le ragioni dell'omessa denuncia sono allegate principalmente la paura di essere giudicate male, il timore di non essere credute, il senso di vergogna o di colpa e la scarsa fiducia nelle istituzioni. Questo è il fenomeno più grave: non denunciare. L'unico modo per eliminare questo male che incombe sulle donne ormai da anni e che aumenta a livelli esponenziali, è denunciare la violenza subita alle istituzioni. Soltanto raccontando la propria esperienza, si riuscirà a punire l'ignobile colpevole e a fare in modo che altre donne non subiscano lo stesso atroce dramma.
 

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62 del 7.03.2001.