Come se fossimo di fronte ad una nuova campagna elettorale interna al Pdl, i sostenitori del Presidente della Camera serrano le file e tramite Generazione Italia partono al contrattacco dopo le dure accuse mosse dai giornali vicini al Cavaliere.
Sondaggi alla mano gli uomini di Fini rivendicano una posizione del proprio leader ben più forte di quanto fatto credere dai media e snocciolano numeri e cifre che, a detta loro, lo porrebbero addirittura davanti al Premier in un'eventuale corsa al Quirinale. Roba da non credere!
"Silvio Berlusconi ha un’approvazione pari al 52%, mentre il presidente della Camera, ormai da molti mesi, lo supera attestandosi oggi al 64%", spiega Renato Mannheimer, "il Partito di Fini parte dal 5% e può arrivare al 20%". Se tali dati fossero realistici il peso dell'ex leader di An sarebbe non trascurabile, specie se a ciò si dovesse aggiungere un consistente supporto da parte degli amministratori locali invitati proprio da Generazione Italia a sostenerlo in questa lotta intestina.
Lo stesso sito non lesina critiche anche alla Lega che, ad un'attenta analisi dell'esito elettorale delle scorse regionali, avrebbe perso 117 mila voti scongiurando così il temuto travaso di voti sostenuto dai leghisti.
Tirando le somme secondo Antonio Noto di IPR Marketing, "senza l’ex leader di An, il Pdl perderebbe il 20% del suo elettorato", mentre il sondaggio realizzato da Crespi Ricerche per Generazione Italia attribuisce a Fini una capacità di attrazione nel mondo dell’astensione e dell’elettorato “mobile” – “floating voters”, dicono gli inglesi – che si attesterebbe al 26,6% e Silvio Berlusconi “solo” al 24,3.
La partita è ancora aperta.
