Teramo: il giorno dopo la confessione il gip concede gli arresti domiciliari al sacerdote accusato di molestie sessuali ai danni di una bambina di 10 anni. Per il giudice ,dunque, niente pericolo di fuga o inquinamento delle prove.
Il gip Guendalina Buccella ha accolto la richiesta presentata da Gianni Gebbia, legale del religioso, che nei giorni scorsi si era detto preoccupato per le condizioni di salute del sacerdote rimasto in isolamento e sorvegliato a vista 24 ore su 24 dalla polizia penitenziaria. Una richiesta, quella dei domiciliari, a cui ha dato parere favorevole anche Bruno Auriemma, il pm titolare del caso. Una volta chiusa l’inchiesta e fissata l’udienza preliminare, è probabile che il legale faccia richiesta di rito abbreviato. Dopo le prime e confuse ammissioni nell’interrogatorio di garanzia, mercoledì il sacerdote, nel corso di un nuovo faccia a faccia con il magistrato, ha detto che quel giorno del 2009 stava distribuendo doni nelle case dei parrocchiani, nella piccola frazione di Teramo dove ogni fine settimana andava a dire messa. In casa della bimba non c’erano i genitori ma lui non lo sapeva, quindi non ci sarebbe stato niente di premeditato. Ha detto di aver avuto avuto un momento di debolezza, abbracciando la bambina e toccandola nelle parti intime. Il prete ha ribadito il proprio pentimento.
Il caso ha suscitato grande sgomento ed è stato ripreso anche dalla cronache nazionali, va ad inserirsi in un momento di grandi difficoltà per la chiesa cattolica intesa a respingere le accuse rivolte al Papa.Infatti secondo l'agenzia di stampa Usa Associated Press,nel 1985, Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, in una lettera si sarebbe opposto alla riduzione allo stato laicale di un sacerdote pedofilo Usa, padre Stephen Kies.Ieri,in occasione dell’udienza generale in vaticano, il pontefice è tornato sull’argomento, ricordando l'incontro avuto domenica scorsa a Malta con alcune vittime di abusi da parte di religiosi.«È stato per me motivo di gioia e anche di consolazione», «sentire il particolare calore del popolo maltese che dà il senso di una grande famiglia, accomunata dalla fede e dalla visione cristiana della vita».
Di certo, la questione dei “preti pedofili” non è nuova alla cronaca, il “caso teramano” non è un caso isolato,questo spiega il periodo di grandi difficoltà della chiesa cattolica intesa a respingere accuse che le vengono mosse da più fronti,le ultime in ordine temporale riguardano altri 10 casi di abusi che si sarebbero verificati in Germania. Sicuramente da un punto di vista sociologioco, rappresenta un esempio tipico di “panico morale”. Il concetto è nato negli anni 1970,ad opera diPhilip Jenkins, per spiegare come alcuni problemi siano oggetto di una “ipercostruzione sociale”. Più precisamente, i panici morali sono stati definiti come problemi socialmente costruiti caratterizzati da una amplificazione sistematica dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica sia nella discussione politica. Intediamoci: i panici morali hanno ai loro inizi condizioni obiettive e pericoli reali. Non inventano l’esistenza di un problema, ma ne esagerano le dimensioni statistiche. In una serie di pregevoli studi lo stesso Jenkins ha mostrato come la questione dei preti pedofili sia forse l’esempio più tipico di un panico morale. Sono presenti infatti i due elementi caratteristici: un dato reale di partenza, e un’esagerazione di questo dato ad opera di ambigui “imprenditori morali”.
Il dato reale di partenza è che esistono preti pedofili. I dati più ampi sono stati raccolti negli Stati Uniti, dove nel 2004 la Conferenza Episcopale ha commissionato uno studio indipendente al John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, che non è un’università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia. Questo studio ci dice che dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni.
Ma cos’è che da un dato reale genera un panico morale? Sono davvero gli ambigui “imprenditori morali” che montano delle esagerazioni ad hoc oppure le stesse istituzioni clericali che non sono più vicine ai cittadini?
La verità, sta nel mezzo. E’ vero che a volte vengono alla ribalta casi accaduti molti anni or sono in concomitanza di nuovi casi di pedofilia come sta accadendo in questo momento ad opera di ambigui “imprenditori morali” che riesumano casi già noti alle cronache e vecchi di 30 anni e questo fa si che si crei una sorta di esagerazione e una pericolosa generalizzazione del fenomeno, ma è pur vero che i fedeli, soprattutto i giovani sentono una chiesa sempre più lontana dalla loro realtà e dal loro modo di essere. Una chiesa vista talmente tanto lontana dal loro mondo, che non vale neppure la pena di essere difesa, anzi notizie come queste non fanno altro che rafforzare il loro sentimento di estraneità verso di essa.
A nostro modo di vedere, la chiesa deve aprire un dialogo con i giovani, calarsi nelle loro realtà, abbandonare il suo ruolo conservatore, tollerare gli omosessuali, tollerare il sesso sicuro prima del matrimonio, confrontarsi con la scienza e continuare ad essere portavoce di fratellanza, carità e amore per il prossimo in considerazione della nuova realtà che è quella della nostra generazione.
Solo così da un caso o dai casi isolati non ci sarà panico morale e non si darà più adito agli” imprenditori morali” , e soprattutto ci saranno giovani disposti a difendere la chiesa e i suoi valori.
A.S.