giovedì 29 aprile 2010

L'INDIFFERENZA: MALE SOCIALE DEL NUOVO MILLENNIO


Valentina, 26 anni, una ragazza come tante a cui è capitata una triste vicenda, una di quelle di cui purtroppo si sente spesso parlare sui giornali e proprio ad uno di questi, La Repubblica, ha inviato una lettera. "Il 5 dicembre scorso una mano ha violato la mia intimità prendendomi alle spalle, di giorno, su via Ostiense all'ora di punta - esordisce la ragazza - mentre camminavo, un uomo sui 55 anni mi ha bloccata e si è fatto strada sotto la mia minigonna di jeans. Il dramma è che nessuno è intervenuto, nonostante fossero in diversi ad assistere impassibili alla scena. Sono riuscita a divincolarmi prima che la situazione potesse precipitare e sono scappata. Il 28 novembre sono scesa in piazza con le compagne del mio collettivo DonneDaSud per manifestare contro la violenza sulle donne. Esattamente una settimana dopo mi sono dovuta recare alla polizia per denunciare una violenza subìta da uno sconosciuto in mezzo alla strada e in pieno giorno." Tutto questo a pochi giorni di distanza da un altro spiacevole episodio accaduto a Mattia, ragazzo gay picchiato su un autobus per futili motivi da cinque individui senza che alcun passeggero abbia tentato di difenderlo. "La volontà di rendere pubblica la mia vicenda e di firmare questa lettera con nome e cognome - continua Valentina - nasce dal bisogno di coinvolgere quella società indifferente che ha ignorato me e Mattia. Episodi di violenza, di omofobia, razzismo, sono il sintomo, non l'effetto, di una società indifferente che viene erroneamente curata a colpi di pacchetti sicurezza, di forze armate agli angoli delle strade e di ronde verdi o nere. Ma tutto questo non ci aiuta, ci rende solo più diffidenti e non curanti di ciò che ci circonda."
Conclude Valentina con una frase molto forte: "Abbiamo bisogno di una socialità aperta e non di tante solitudini aggregate. Una società che ignora tutto ciò non è degna di questo nome."
 

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