martedì 27 aprile 2010

LA MERITOCRAZIA

Tra le nazioni economicamente più sviluppate, l'IIalia è quella che mostra maggiori elementi di fragilità: scarsa competitività delle imprese, bassa produttività, pubblica amministrazione poco efficiente e un esagerato divario tra chi è ricco e chi ha poco. Molti economisti ritengono che la causa più importante delle difficoltà italiane sia costituita dall'assenza di meritocrazia. Una società meritocratica riconosce e premia l'eccellenza di un individuo, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza. In Italia ciò non avviene. Da noi contano le frequentazioni, le parentele, le protezioni. La posizione sociale di origine e le aderenze politiche contano più della competenza e del talento. Nelle università, negli ospedali, negli uffici non è importante che chi lavora o dirige sia bravo, importante invece è favorire gli amici e i familiari. A mio avviso, per costruire una società meritocratica si deve ripartire dalla scuola, ripristinando la serietà degli studi e mettendo a disposizione di chi ha più motivazione e talento tutti gli strumenti per sviluppare le proprie potenzialità. Inoltre, si deve facilitare l'ingresso dei giovani nelle professioni, oggi presidiate dai membri più anziani e privilegiati. Concludo dicendo, che il riconoscimento del merito è soltanto un primo passo verso una società più giusta e più ricca.
 

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62 del 7.03.2001.