giovedì 22 aprile 2010

Disastro in gita,due vite spezzate

Ognuno di noi è andato in gita, ognuno di noi la notte prima della partenza è stato euforico, non riusciva a prender sonno, cercava inutilmente di calmarsi: le gite scolastiche o viaggi d'istruzione, come mi ripetevano sempre i professori, sono state e saranno sempre i ricordì più vividi del periodo scolastico. Purtroppo nell'arco di due mesi è già il secondo incidente che accade durante una gita. Le due ragazze morte a Ventotene, isola nell'arcipelago pontino nelle acque del sud del Lazio, seguono la morte della ragazza in gita a Londra. Ma queste sono fatalità? Per la morte a Londra si parla di suicidio ma ancora stanno indagando, mentre per Sara e Francesca il sindaco Giuseppe Assenso parla di una "tragedia improvvisa dovuta ad una fatalità". In realtà più di un anno fa era stata presentata una interrogazione dal senatore Raffaele Ranucci del Pd e sottoscritta trasversalmente da parlamentari democartici, che chiedeva con la massima urgenza di adottare un piano di sicurezza per gli abitanti dopo le pioggie torrenziali che la piccola isola ha subito nel 2008, ma la risposta data dal senato fu: è "insufficiente" così fu lasciato al caso. La non curanza ha portato alla morte di due giovanissime ragazze che si divertivano su una spiaggia insieme ad altri compagni ritrovatisi in una tragedia più grande di loro. La spiaggia ora è sotto sequestro per accertare di chi siano le responsabilità dell'accaduto, se ce ne sono. La procura di Latina ha aperto formalmente l'inchiesta ipotizzando i reati di duplice omicidio colposo e lesioni aggravate. In tutto questo susseguirsi di controlli e reperimento di informazioni, sconvolgente è se pensiamo a ciò che è accaduto alle famiglie, come si siano risvegliate da un sogno che era quello di passare una vita insieme a Sara e Francesca e invece si sono ritrovate sole. Oggi è il giorno dell'aborazione del lutto sia a Morena il paese delle ragazze, sia nella scuola media che frequentavano. Le famiglie si disperano e vengono criticati i metodi immorali dei giornalisti che insistentemente fanno domande a cui tutti saprebbero rispondere. Infatti oggi è anche il giorno de "Lasciateci in pace". Come criticarli? chi non vorrebbe stare in solitudine nel prorpio dolore, senza essere assillato da quesiti così banali? La risposta dunque sorge spontaneamente: il giornalista deve sapere quando può e quando non può...ma il pubblico, noi italiani, amiamo tutto ciò. Gli americani affermano che le "Bad news are good news", le cattive notizie sono sempre le migliori, attraggono una quantità spaventosa di lettori, per questo la figura del giornalista nell'attuale società mutata, qual'è?
 

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