Ho sempre sostenuto, al contrario di molti, che in Italia si produca buona musica. Produrre come sinonimo di aggregazione musicale senza profitto, underground, lontano dalle scorie del mainstream, perché se dovessimo tirare in ballo ciò che è sponsorizzato, tollerato e tiranneggiato dalle major affogheremo, con molta probabilità, in un catino di vomito, senza francesismi superflui.
Se si provasse, rimboccandoci le maniche, a scavare nel panorama musicale italiano, le sorprese sarebbero molte. Come una spiaggia assolata e inquinata nasconde della sabbia fresca e incontaminata, alla stessa stregua il mondo paninaro del suono cela nel suo sottobosco, tra radici e frutti acerbi, prelibatezze da tutelare. Anche Teramo, nel suo piccolo, può vantare una lista di valide formazioni, professionali o meno, che trovano, ahinoi, poco spazio nell’ambiente cittadino. Vuoi per la mancanza di locali adatti, vuoi per l’indifferenza dell’amministrazione e vuoi per la poca pubblicità a riguardo, le suddette band faticano a ritagliarsi il proprio spazio allentando la presa del grande sogno tra abrasioni di sesso, droga e rock’n’roll.
Nel paniere delle band locali che si divincolano per aprirsi una via di fuga dalla provincia rientrano i Soundust. Dopo anni di gavetta trascorsi a divertirsi tra un garage e l’altro la formazione teramana, nell’ultimo anno, ha accelerato il passo e ingranato la giusta marcia. Tra una comparsata acustica su Teleponte, la rete televisiva cittadina, e una serrata attività live tristemente poco sostenuta, i teramani hanno trovato il tempo di scrivere e registrare, ovviamente a proprie spese, il primo full-lenght della loro carriera: Savage Mantra. Il disco corre su coordinate a metà strada tra il rock settantiano dei Led Zeppelin e l’hard&heavy dei pionieri Deep Purple, con forti venature che rammentano il background storico della band, in primis AC/DC, Iron Maiden e Guns’N’Roses.
I Soundust sono una delle tante realtà artistiche cittadine che arrancano nel marasma quotidiano senza trovare il giusto appiglio per affermarsi. Una lodevole iniziativa, per gli interessati, è quella intrapresa dal bar “Caffè dei Poeti”, in piazza Orsini, che organizza, ogni venerdì, una serata di gruppi emergenti. Finalmente una trovata semplicissima, piacevole e stimolante. E’ anche qui la buona musica.