domenica 25 aprile 2010

Baustelle - I Mistici dell'Occidente


In campo artistico è facile inciampare nella categoria Indie, contrazione del termine inglese Indipendent, famosa per indicare quella tipologia di attività lontana dalle grandi case di produzione, di qualsiasi settore e natura. Nella musica, così come nel cinema, è abituale trovarsi di fronte a prodotti sottoscritti da tale e determinata classificazione. Prendendo qui in considerazione la musica indipendente dobbiamo sottolineare come sopravviva una svariata entità di artisti che supportano questa particolare varietà di propaganda e sviluppo underground. Già l’intero bacino filoamericano del movimento Rap abbraccia questo tipo di cultura, e non solo all’estero ma anche in Italia dove il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio. I Baustelle, dal tedesco “lavori in corso”, sono una formazione indie-rock originaria di Montepulciano, omonima del nostro amato vino, fiorente comune della provincia di Siena. La band, formata nel ’94 da un nucleo di studenti, giunge al debutto solamente nel 2000 con l’album autoprodotto “Sussidiario Illustrato della Giovinezza”, opera originale e pregna d’intensa espressività. A dieci anni di distanza esce sugli scaffali il quinto full-lenght dei senesi dall’emblematico titolo “I Mistici Dell’Occidente”, in ricordo dello storico delle religioni Elémire Zolla che proprio a Montepulciano ha vissuto gli ultimi anni di vita. La band capitanata da Francesco Bianconi raccoglie l’eredità del precedente “Amen” e arricchisce il nuovo platter con una teatralità che ricorda, con le dovute cautele, le composizioni del maestro Morricone. L’album, in pieno stile Baustelle, è una raccolta di brani dal marcato tratto rock/pop che denotano uno spiccato gusto per la melodia e un’oculata scelta delle argomentazioni, mai banali e accostabili a svariate situazioni. La title-track, ad esempio, è un estratto vicino alla poetica e alla musicalità di De Andrè carico di un’atmosfera western evocata dall’utilizzo di epici strumenti a fiato. “Le Rane” è una traccia triste, tra le migliori dell’intera discografia, che rammenda i ricordi di un’infanzia felice e sussulta commovendo come una memoria sopita nel malinconico avanzare del tempo. Il compito di diffondere il verbo nell’etere è affidato al singolo “Gli Spietati” che convince per una ritmica dilatata dai fiati e impreziosita dai violini. “La Canzone della Rivoluzione” è un brano incalzante dalle liriche dissacranti e polemiche che, in breve, assalta e conquista l’attenzione dell’ascoltatore. In chiusura troviamo la ballata “L’Ultima Notte Felice del Mondo” interpretata dalla bravissima Rachele Bastreghi, suadente voce femminile del gruppo, che si esalta in un brano decadente e nostalgico. Tirando le somme “I Mistici dell’Occidente” è un disco di ottima caratura, probabilmente inferiore al pregiato “Amen”, che conferma le capacità e le qualità dei toscani, ma denota un carattere frettoloso. Le dodici tracce, nel complesso, potevano essere strutturate in modo migliore e la presenza di alcuni frammenti non proprio avvincenti non aiuta di certo. Chissà, forse dietro questa impazienza di tornare sul mercato c’è la vorace volontà dell’etichetta Atlantic. Altro che Indipendent
 

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