lunedì 3 maggio 2010

PIANO DI SALVATAGGIO DELLA GRECIA: AVANTI TUTTA

Sarà il primo salvataggio nella storia dell'euro. Per scongiurare il pericolo della bancarotta saranno messi a disposizione 110 miliardi di euro in tre anni (80 dai paesi dell'eurozona e 30 dal Fondo monetario internazionale). Questa la cifra necessaria per salvare la Grecia ma soprattutto per salvare l'euro e la sua stabilità. L'accordo è stato raggiunto dopo un soffertissima trattativa che ha visto il ministro greco delle finanze George Papaconstantinou curarne i dettagli con Bce, Fmi e Commissione Ue. Ora manca solo il via libera definitivo dei capi di stato e di governo dell'eurogruppo che si riuniranno venerdì 7 maggio.
Durissime sono le misure imposte dalla trojka che prevedono tagli alla spesa pubblica per 30 miliardi di euro in 3 anni, e il rientro del deficit pubblico al 3% entro il 2014, con una riduzione di 11 punti percentuali in quattro anni. Il debito del paese arriverà fino al 140- 150% del prodotto interno lordo per poi scendere dal 2014. 
La situazione della Grecia, da anni non ideale, fu resa ancor più drammatica dalle sconsiderate politiche clientari del governo Karamanlis, il quale nel 2004 ricevette il paese con 180 miliardi di euro di debiti e nell'ottobre 2009 lo lasciava nelle mani dell'attuale premier Papandreou con un debito di 300 miliardi di euro. Qualcosa che ha dell'incredibile, un incremento di 120 miliardi in una sola legislatura. Per evitare che questo si ripeta e per far sì che la Grecia imbocchi finalmente la strada del risanamento vi saranno controlli trimestrali da parte dell'Ue e del Fmi.
Il piano Austerity adottato dal governo greco prevede misure dolorosissime: sul fronte delle entrate, l'innalzamento dell'Iva dal 21% al 23%, e nuove tasse su sigarette, alcool, benzina e scommesse; sul fronte delle uscite il mirino è puntato sui salari dei dipendenti pubblici (che si ridurrano del 20%) e sulle pensioni. Gli accordi prevedono inoltre una rivoluzione nell'amministrazione fiscale al fine di agevolare la lotta all'evasione e una maggiore flessibilità per il settore privato grazie alla maggiore elasticità concessa per effettuare licenziamenti e la riduzione della relativa indennità.
Il settimanale Der Spiegel svela che dalle previsioni del Fondo monetario si desume che la crisi della Grecia durerà ancora un decennio, durante il quale lo stesso Fmi è intenzionato a rimanere nella penisola per seguire la vicenda.
La manovra lacrime e sangue annunciata dal governo dovrà però passare l'esame della piazza: anarchici e sindacati pubblici e privati, sebbene con modalità piuttosto differenti, promettono battaglia.


Pierluigi Ciabattoni
 

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