Quanti avranno sentito parlare dell’eramsus nel corso della propria carriera universitaria, nei giornali, nelle tv, tra amici! Ma cos’è realmente l’erasmus? Erasmus, nome che deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam, è acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Student e sancisce la possibilità di uno studente universitario europeo di effettuare , in una università straniera ,un periodo di studio o di tirocinio legalmente riconosciuto dalla propria università che va dai 3 ai 12 mesi. Cosa occorre per poter fare l’erasmus? Esiste un bando che esce ogni anno e tutti gli studenti interessati devono compilare,ovviamente sono richiesti determinati requisiti quali numero di esami sostenuti,crediti,non essere uno studente fuori corso,avere una conoscenza basilare della lingua straniera parlata nel paese in cui si vuole andare e poi ovviamente vincere il bando per poter partire. Facile no?! La parte più complicata è sicuramente quella che riguarda l’ambito burocratico,quindi il pre-partenza,cercare di parlare con i professori della propria università per sincerarsi che gli esami che si andranno a sostenere verranno poi riconosciuti al rientro,altrimenti trattasi solo di una “vacanza”. Una volta giunti nel Paese ospitante,bisogna provvedere a trovare una sistemazione,recarsi nella nuova università,parlare con il tutor,essere alle prese con una nuova lingua che sebbene la si conosca un po’ a livello teorico o grammaticale,la si inizia a parlare bene solo stando a contatto con la gente del posto. Una volta capito il sistema dell’università ospitante è fatta!Ma perché cresce sempre di più la voglia di andare in erasmus? Per molti è sicuramente la prima esperienza fuori casa,quella del “vivere da soli” senza regole,condizionamenti,orari;per altri un motivo di confronto con un nuovo mondo universitario,con culture differenti,per altri ancora è un modo per conoscere studenti provenienti da differenti paesi,confrontarsi ,conoscere se stessi perché spesso e volentieri questa esperienza viene fatta da soli,quindi è una buona occasione per conoscersi meglio,conoscere i propri limiti,la propria maturità in quanto si è soli in un paese completamente sconosciuto,senza un punto di riferimento e solo così ci si mette in “gioco”.Infatti per alcuni l’inizio di questa esperienza può essere traumatico perché c’è chi non è in grado di “buttarsi”,di reagire ad una cosa nuova,in fin dei conti non si conosce nessuno;altri invece si adeguano perfettamente all’ambiente nuovo,facendo conoscenze,integrandosi. Sicuramente la nota favorevole in questo periodo di studi all’estero è data dal fatto di conoscere bene o piuttosto bene la lingua del paese ospitante,è proprio questa che permette a ciascuno studente di interagire con gli altri,integrarsi e rendersi conto che è il mezzo che rende tutti uguali agli altri. Ma che cosa rimane del periodo erasmus? A parte il divertimento,lo svago,l’aver vissuto soli,la buona conoscenza della lingua,l’aver conosciuto tante persone,culture differenti a confronto,l’aver sostenuto gli esami nella lingua del paese ospitante,l’aver saputo affrontare soli le eventuali difficoltà incontrate; l’erasmus è un’esperienza unica,irripetibile perché piena di emozioni, lascia sicuramente tanti ricordi,ci si lega a persone che inizialmente sono delle perfette sconosciute e poi si rivelano i migliori compagni di avventura,è anche un modo per ampliare i propri orizzonti,ampliare il proprio futuro,fare nuovi progetti. Il periodo di studi all’estero è considerato un elemento importante nella carriera universitaria di ciascuno studente sia dal punto di vista umano che dal punto di vista culturale. L’unico consiglio per i tanti che sentono parlare di questa esperienza è quella di partire!!!
“Due cose cambiano la vita: innamorarsi e andare in erasmus!”
Valeria Nardi

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