venerdì 21 maggio 2010

ASL di Chieti: Infermieri intossicati da sostanze chimiche.

Nella causa vinta dagli infermieri contro l'ASL di Chieti, che tra il 2007/08 rimasero intossicati dalle sostanze chimiche che maneggiavano per preparare le dosi per le terapie, è stata giudicata dal perito del tribunale di Chieti: "una vera e propria schifezza, altro che locali di eccellenza quelli dell’Ospedale SS. Annunziata dove si preparavano i farmaci per i tumori."
Ora per fortuna al SS. Annunziata è già attivo un locale con un'altra sala di preparazione nuova e a norma con le prescrizioni europee, tanto che il giudice, pur dichiarando la soccombenza virtuale della Asl, non si è espresso sull’istanza cautelare proposta dall’avvocato Simona Torelli che difende gli infermieri. La causa così continuerà solo in sede civile per i risarcimenti. Tra gli interrogativi posti dal giudice Ciro Marsella al perito Ildo Polidoro c’era quello di indicare come rimettere a norma i locali dove era avvenuta la contaminazione degli infermieri.
Valida la risposta: «la diffusa e grave carenza rilevata dei fondamentali requisiti igienico sanitari e di sicurezza dei luoghi di lavoro non consente di formulare ipotesi di correttivi».
Tant’è che la Asl aveva già programmato e realizzato un progetto di laboratorio in un altro locale per consentire all’unità Ufa (quella dei farmaci antiblastici) di lavorare in sicurezza.
La vicenda esplose quando le analisi a cui si erano sottoposti tre infermieri del reparto di Oncologia diretto dal professor Stefano Iacobelli svelarono nelle urine platino ed altri valori sballati, dopo che si erano verificati tra il 2007 ed il 2008 alcuni inconvenienti tecnici, come la rottura della cappa di aspirazione. Da qui le proteste degli infermieri interessati e di due sindacati ( Nursing Up con Romano Torto e Nursind con Armando Vignali), lo spostamento dei tre infermieri (due donne ed un uomo) ad altre mansioni, l’avvio di un procedimento giudiziario e la nomina del Ctu, cioè del perito del Tribunale che dopo il sopralluogo alla Asl scrive: «condizioni igienico sanitarie inadeguate, inidonea tipologia dei rivestimenti delle pareti (solo parzialmente coperte da vernice apparentemente lavabile), dei pavimenti, arredi in avanzato stato di usura, insufficienti presidi per la difesa dagli agenti nocivi, altezza minima del locale inadeguata, superfici dei banchi di lavoro con materiali desueti, in avanzato stato di usura e tali da non garantire l’asetticità delle preparazioni, armadi e frigoriferi arrugginiti, cappa aspirante con scarsa manutenzione».
Come già detto al SS. Annunziata è già attivo,per fortuna, un altro locale a norma con tutti i presidi per la sicurezza del lavoro che tutela tutti gli addetti.

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