lunedì 17 maggio 2010

ALLARME CARCERE: POCO PERSONALE, TROPPI DETENUTI

LANCIANO- In questi giorni i sindacati della polizia penitenziaria del carcere di Villa Stanazzo stanno portando avanti una protesta. Lo scopo: evidenziare una carenza di organico, causa di numerosi disguidi. Le organizzazioni sindacali Uil, Cgil, Sappe, Osapp, Sinappe, Ugl e Cnpp in un comunicato stampa parlano di "gestione assolutamente leggera e permissiva della direzione del carcere frentano, che ha creato i presupposti affinché gli eventi precipitassero fino a sfociare in numerose e pressappoco impunite aggressioni ai danni di poliziotti penitenziari", solo negli ultimi mesi infatti il numero di poliziotti aggrediti è arrivato a sei. Una situazione insostenibile per i 157 agenti che ogni giorno sorvegliano 317 detenuti in una struttura che ne può ospitare solo 181. Per una normale gestione occorrerebbero almeno 174 agenti per garantire il livello minimo di sicurezza e addirittura 230 per il massimo, considerato che in questo carcere ci sono detenuti reclusi per reati di associazione mafiosa. Migliorare le condizioni detentive sarebbe già un passo avanti, permetterebbe una convivenza pacifica e diminuirebbe gli eventi aggressivi. Celle pensate per un solo letto dove dormono in due o in tre, senza spazio. Celle dove piove e si allagano. Appena 7 metri quadrati per vivere, un’ora di colloqui alla settimana per salutare gli affetti sicuramente non contribuiscono al miglioramento della qualità di vita. La nostra regione vanta purtroppo un alto tasso di suicidi in carcere di cui 11 solo in quello di Sulmona: necessaria quindi un’analisi sulle condizioni e sul ruolo dei detenuti abruzzesi. In primo luogo partire da una maggiore attenzione delle istituzioni, anche locali, e del mondo dell'associazionismo sulla necessità di relazionarsi di più con il sistema penitenziario abruzzese: per la sua importanza e consistenza costituisce infatti una delle prime “aziende” della regione con oltre 2.000 addetti diretti e un notevole volume di indotto legato alle numerose attività di fornitura, manutenzione in favore dei vari istituti. E poi sicuramente l'affidamento in prova, il ricorso alla detenzione domiciliare, la necessaria e urgente assunzione di circa 4mila unità di polizia penitenziaria e il ripristino dell’assistenza sanitaria anche notturna. La dignità umana viene prima di tutto: la pena certo deve esserci ma si deve puntare sul carattere rieducativo di essa. Solo così l’individuo può incontrarsi con la propria coscienza.

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