lunedì 26 aprile 2010

FINI: SOLO UNA MOGLIETTINA TRADITA O FUTURO LEADER D'OPPOSIZIONE?

Dopo la lite alla Direzione Nazionale del Pdl, c'è uno strano comportamento di una parte dell'elettorato del centro-sinistra che fa il tifo per Fini. Basta girare per i numerosi forum del web per registrare questo ambiguo andamento oppure accedere su facebook e notare addirittura l'esistenza di un curioso gruppo denominato “Vogliamo Gianfranco Fini candidato alle prossime primarie del PD”. Ma non vi preoccupate, niente di nuovo, la storia si ripete e l'elettorato di centro-sinistra tende ad affidarsi alla prima entità che sfida platealmente Berlusconi. A questo punto la domanda mi sorge spontanea: e se oltre alle ben note colpe dei dirigenti di partito dal 2008 ad oggi, le sconfitte ottenute in questi ultimi due anni fossero anche da attribuire ad un elettorato molto ma molto confuso?
Ma prima di trarre conclusioni, una breve ricognizione sul Fini politico: eletto nel 1977 segretario del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Movimento Sociale italiano), nel 1987 segretario del MSI, nel 1995 diventa presidente dell'allora appena nata Alleanza Nazionale e nel 2008 dà vita insieme a Silvio Berlusconi al Popolo della libertà, co-autore della legge sull'immigrazione Bossi-Fini, etc.etc. Sono d'accordo con chi afferma che che nel 2010 è sbagliato parlare ancora di ideologie, ma per contrastare questo insano e totale progredire al populismo, c'è bisogno che qualche principio ideologico cardine resti vivo. Fini non lo si deve valutare soltanto da quando è diventato Presidente della Camera ad oggi, ma per tutta la sua storia politica, che come è ben noto è ben diversa ideologicamente almeno nella prassi al pensiero storico del centro-sinistra, se non esattamente agli antipodi: in questo momento è preso dalla quella strana malattia che colpisce ogni leader investito di carica istituzionale, che ha colpito anche Bertinotti nel 2006, ovvero il dire solo e soltanto cose condivisibili, scontate e se necessario contro-corrente. Fini negli ultimi anni si è accorto improvvisamente di essere un anti-fascista, di essere un difensore della laicità dello Stato, di essere a favore della procreazione assistita, di essere a favore del biotestamento, di essere un garante per la diffusione della pillola Ru486, di essere favorevole ad una proposta di legge che stabilisca eguali diritti alle coppie di fatto anche omosessuali, di essere favorevole ad introdurre il diritto di voto per le elezioni amministrative agli immigrati regolari e così via. Senza contare il fatto che è alleato di Berlusconi dal 1994 e solo ora si è accorto della sua conduzione politica? Fini si sta comportando da mogliettina tradita, che stanco dei continui tradimenti con la Lega fa la classica scenata plateale da compagna che non ci sta a fare la parte di “cornuta e mazziata”. E' ben consapevole del fatto che all'interno del Pdl più passa il tempo e più perde potere e lui, che è sempre stato il delfino di Giorgio Almirante, questo non può accettarlo.
In principio Veltroni, poi Franceschini ed ora Bersani, tutti e tre segretari di un partito che dal 2008 ha deciso di raccogliere sotto un unica sigla le maggiori componenti del riformismo italiano, dai Radicali ai Teo-Dem, dando vita ad un progetto tutt'altro che semplice e le varie sconfitte lo hanno dimostrato. Ma se si è disposti a correre dietro al “profanatore” di Berlusconi di turno, i segretari continueranno a susseguirsi e la prospettiva di essere una maggioranza parlamentare si farà sempre più lontana.
 

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