Il 28 Aprile del 1945, dopo la liberazione degli ultimi territori
italiani da parte degli Alleati e della Resistenza, Benito Mussolini e
Claretta Petacci, sua amante, furono catturati e uccisi nei pressi di
Giulino di Mezzegra, in provincia di Como, mentre cercavano di fuggire
in Svizzera.
Dopo la crudele "mattanza" operata dai partigiani, alle ore 03:00 del mattino a piazzale Loreto i due corpi assieme a quelli di altri quindici gerarchi giustiziati, vengono deposti nello stesso luogo dove il 10 agosto 1944, per ordine della polizia nazista, i fascisti hanno fucilato quindici partigiani lasciando i cadaveri esposti per tutta la giornata.
Quindi, almeno secondo la "vulgata" ufficiale del PCI d'allora, il Duce morì giustiziato da un partigiano comunista davanti al cancello di villa Belmonte (Giulino di Mezzegra).
Uno scorcio dell'epopea nazionale ma non della Storia.
Troppi dubbi, troppe contraddizioni che non hanno mai ricevuto risposta, gettano ombre persistenti su questa misteriosa morte.
Dopo la crudele "mattanza" operata dai partigiani, alle ore 03:00 del mattino a piazzale Loreto i due corpi assieme a quelli di altri quindici gerarchi giustiziati, vengono deposti nello stesso luogo dove il 10 agosto 1944, per ordine della polizia nazista, i fascisti hanno fucilato quindici partigiani lasciando i cadaveri esposti per tutta la giornata.
Quindi, almeno secondo la "vulgata" ufficiale del PCI d'allora, il Duce morì giustiziato da un partigiano comunista davanti al cancello di villa Belmonte (Giulino di Mezzegra).
Uno scorcio dell'epopea nazionale ma non della Storia.
Troppi dubbi, troppe contraddizioni che non hanno mai ricevuto risposta, gettano ombre persistenti su questa misteriosa morte.
Adriana Zuccarini
